
Not Available
Sinossi
“Not available” è la frase più ricorrente per Yann Keller, artista berlinese, radicale nel pensiero, testimone di un mondo alternativo che sembra in via di estinzione nell’era della gentrification pervasiva. Un patto misterioso lega Yann ad una presenza senza volto, attratta dal desiderio di carpire i segreti della sua visionaria creatività.
(Il film non ha dialoghi)
Note di Regia:
Lo stile di questo film, tra documentario di creazione e cinema sperimentale, vuole allinearsi coerentemente ai contenuti artistici e visionari della storia raccontata. Tanto sul piano visivo che su quello narrativo infatti, la complessità del personaggio e del suo rapporto con la città in cui vive ha richiesto l’utilizzo di vari approcci generando un codice formale che spazia dall’antropologia visuale al documentario di ricerca. Come si può evincere anche a livello sinottico, la narrazione filmica non segue un andamento lineare, ma procede per balzi, rimandi e illuminazioni che lasciano libero lo spettatore di costruire i propri percorsi associativi. In questo film, l’attenzione alla dimensione metropolitana sia sul piano urbanistico che antropico assume quasi la forma di una “Symphonie der Großstadt” (ci riferiamo a “Berlin – Die Sinfonie der Großstadt”, un documentario sperimentale tedesco di Walther Ruttmann, del 1927), che emerge per contrappunto, come antitesi e completamento dell’universo artistico di Yann, protagonista del film. I luoghi simbolo di Berlino sono resi irriconoscibili da tagli e inquadrature che stabiliscono tra le immagini sottili raccordi formali e moltiplicano i piani di lettura. Ecco allora che le corde del contrabbasso di Yann vengono associate a linee ferroviarie abbandonate, il roteare ipnotico del suo sferoide sonoro raccordato alle scale mobili dei centri commerciali, il suo caotico atelier diventa per analogia la metafora di tutti i mondi periferici. In questo senso, quindi la figura di Yann, incarna il genius loci di una città come Berlino, crocevia di linguaggi metropolitani ma anche territorio urbano dalle profonde lacerazioni che neppure l’incalzante gentrification riesce del tutto a rimarginare.
Trattandosi di un artista-musicista, l’elemento musicale/sonoro ha in questo film un ruolo centrale in grado di amalgamare tra loro ambienti spazio-temporali che intrecciano costantemente le azioni del personaggio principale. Musiche e rumori diegetici si fondono rendendo spesso indistinguibile ciò che è suonato da ciò che è incidentalmente registrato. Un linguaggio volutamente ibrido per tentare una possibile raffigurazione del lato più inesprimibile dei processi creativi.
La parola, quasi del tutto assente nell’intero film lascia spazio ad un ritmo visivo che ne colma il vuoto e coerentemente con l’atmosfera da sinfonia della città raffigura la metropoli come un paesaggio alienante ed astratto.
Il dispositivo filmico messo in atto per entrare nel mondo di Yann si esplica attraverso le apparizioni cadenzate di una figura inquadrata sempre di spalle, assorta nella visione di Yann con cui lo spettatore si può identificare immergendosi nella tensione di quel privilegiato avamposto. Quest’ombra misteriosa segue i movimenti e le azioni di Yann, le spia senza mai superare una distanza che è come una soglia o un campo di energie psichiche. O forse è metafora del doppio, di ciò che si rifrange e non può mai essere afferrato, compreso. La sua posizione, sempre ai bordi dell’inquadratura, non sembra avere uno sguardo giudicante, ma al contrario di testimonianza empatica verso quel mondo marginale di esclusi, di folli idealisti.
Yann e quell’ombra sono forse una cosa sola e comincia a farci male il pensiero che quel mondo possa scomparire con la complicità della nostra indifferenza.
FESTIVAL & PREMI
Stockholm Short Film Festival (2022): Miglior Cortometraggio Documentario
Dubai Indie Festival (2023): Cortometraggio Documentario Sperimentale

Informazioni Utili
– Posti Limitati
– Visibile solo in Italia
– Gratuito
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